La verità sulle morti in mare: ecco perché è meglio tenere chiusi i porti

Egregio Direttore,

oggi Le scrivo una lettera seria, serissima. Vorrei affrontare un tema tragico: la morte in mare di esseri umani messisi in viaggio alla ricerca di una vita migliore. E vorrei farlo sine ira et studio, direbbe Tacito, cioè “senza animosità e parzialità”. Spassionatamente. Ricorrendo soltanto ai numeri.

Il mese scorso circa 170 migranti hanno perso la vita nel Mediterraneo, in due diversi naufragi. Molti hanno accusato il governo italiano e la politica dei porti chiusi di essere direttamente responsabili di queste morti. Ora, uno dei due naufragi è avvenuto nel Mare di Alborán, che si trova tra Marocco e Spagna. Il che rende altamente improbabile che i 53 migranti coinvolti nel disastro fossero diretti in Italia. Eppure molti giornali hanno imputato anche la loro morte a Salvini e colleghi. Gli altri 117 morti in mare si trovavano a bordo di un gommone inabissatosi a 45 miglia a est di Tripoli.

Egregio Direttore, se un natante fa naufragio in mare, che il porto verso il quale era diretto fosse chiuso, oppure aperto e spalancato, non sembra possa fare alcuna differenza. La correlazione tra la morte in mare di queste persone e la decisione di chiudere i porti e fermare gli sbarchi non sussiste. A meno che non sia stato Salvini ad affondare i gommoni, compreso quello probabilmente diretto in Spagna, cosa che non è. Oppure, ed è quanto gli viene rinfacciato da più parti, a meno che Salvini non sia riuscito a scoraggiare le Ong che traghettavano i migranti dalla Libia alla Sicilia, impedendo così le operazioni di salvataggio in mare. (Ho scritto “salvataggio”, ma basta guardare su YouTube il video di Luca Donadel intitolato La verità sui “migranti”, per rendersi conto che si tratta di trasbordi più o meno tacitamente concordati).

C’è chi sostiene, al contrario, che la chiusura dei porti ha scoraggiato non solo e non tanto le Ong dallo svolgimento della loro mission, quanto i trafficanti di esseri umani dai loro sporchi traffici. Limitando in questo modo le partenze. E riducendo, di conseguenza, il numero di morti in mare. Insomma, Salvini, indirettamente, starebbe salvando vite umane. E prima di lui l’avrebbe fatto il ministro Minniti, del Pd, cui si deve l’avvio della politica dei porti chiusi.

Per capire chi abbia ragione, o comunque chi sia più vicino alla realtà dei fatti in quello che resta un fenomeno molto complesso, ho svolto una piccola ricerca su Internet. Ho cercato di appurare il numero delle morti avvenute nel Mediterraneo negli ultimi anni. I giornali riportano cifre discordanti. Una motivazione sarà senza dubbio la difficoltà oggettiva di calcolarne il numero esatto, visto che si tratta di viaggi intrapresi nella clandestinità. Mi sono basato, allora, sui dati forniti dall’UNHCR e, dove ciò non mi è stato possibile, da OIM e Amnesty International. Per chi non lo sapesse, l’UNHCR è l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. L’OIM è l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, e dal 2016 è Agenzia collegata alle Nazioni Unite. Amnesty International è una Ong impegnata nella difesa dei diritti umani. Inutile dire che nessuno di questi enti è legato da interessi politici all’attuale governo italiano. Tutt’altro.

Ecco cosa ho trovato. Dopo ogni citazione riporto la fonte:

“Nel 2018, 2.262 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa lungo le rotte del Mediterraneo.”
https://www.unhcr.it/news/lunhcr-esprime-sgomento-alla-notizia-della-morte-rifugiati-migranti-nel-mediterraneo.html

“Per l’UNHCR i morti nel Mediterraneo in tutto il 2017 sono stati 2.561.”
https://www.ilpost.it/2017/09/23/contare-morti-mediterraneo/

“Nel 2016: 4.733. Non era mai stato così alto il numero di morti nel Mediterraneo da quando l’Unhcr ha cominciato a contarli, nel 2008.”
https://openmigration.org/analisi/i-morti-in-mare-nel-2016-mai-cosi-tanti-nel-mediterraneo/

“3.771 morti registrati nel 2015.”
https://www.unhcr.it/news/aggiornamenti/sale-bilancio-delle-vittime-nel-mediterraneo-2016-lanno-piu-letale.html

“Nel 2014 il numero totale di vittime in mare è stato di 3.500. (fonte: Oim – settembre 2015).”
http://www.rainews.it/ran24/speciali/2015/la_crisi_dei_migranti_esplode_in_europa/

Amnesty International calcola che, dal 1988 al 2014, 21.344 persone sono annegate nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere l’Europa. Nel 2011 il numero dei morti è stato di circa 1500, nel 2012 di circa 500, nel 2013 di oltre 600.”
https://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2015/02/19/news/morti_in_mare-107686621/

Quindi, ricapitolando:
2018: 2.262 morti
2017: 2.561 morti
2016: 4.733 morti (governo Renzi, che rassegna le dimissioni il 7 dicembre)
2015: 3.771 morti (governo Renzi)
2014: 3.500 morti (governo Renzi, in carica dal 22 febbraio)
2013: oltre 600
2012: circa 500
2011: circa 1.500

Dati alla mano, mi pare suffragata dai fatti l’opinione di chi ritiene che il numero dei morti nel Mediterraneo sia calato grazie all’intervento dei ministri Minniti prima e Salvini poi. Viceversa, il governo Renzi ha di fatto incoraggiato le partenze, con la sua politica di accoglienza volta a ottenere dall’Unione Europea la flessibilità sui conti (intento dichiarato pubblicamente, anche di recente, da Emma Bonino, ministro degli affari esteri quando era premier Enrico Letta: si veda qui). Con le tragiche conseguenze che si possono constatare.

Cordiali saluti

Emanuele Gavi