Egregio Direttore,
dei “200 messaggi di odio al giorno ricevuti da Liliana Segre” la senatrice Segre non ne ha ricevuto mezzo prima che glieli recapitasse Repubblica. Non solo. Pare non siano nemmeno 200, o meglio: non è affatto chiaro da dove sia saltato fuori questo dato così preciso e allarmante. Intanto il clamore mediatico suscitato dalla notizia ha ampiamente offuscato, nei notiziari, il disastro dell’ex Ilva di cui è responsabile il governo giallorosso. Bastava ascoltare il GR di Radio 3: per diversi giorni le scalette prevedevano ex Ilva e poi a ruota la Segre, oppure prima la Segre e poi l’ex Ilva.
Le manifestazioni d’odio sono da condannare senza se e senza ma. E sono tanto più odiose quando colpiscono una vittima della Shoah, una donna coraggiosa e di età non più verde. Ma la condanna deve valere per tutti gli insulti, per tutte le minacce. La neonata Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza (il grassetto è mio) contrasterà l’hate speech, ovvero “tutte le forme di incitamento o giustificazione dell’odio razziale, xenofobia, antisemitismo, antislamismo, antigitanismo, discriminazione verso minoranze e immigrati sorrette da etnocentrismo o nazionalismo aggressivo”. C’è da chiedersi: si occuperà anche del caso Salvini, di cui riporto qualche foto qui di seguito?
Cordiali saluti
Emanuele Gavi
“A testa in giù”, il disegno di una forca e la falce e martello
Nostalgici a modo loro
Si sa che al Gay Pride si può tutto
Incosciente o coraggioso?