Il sesso ai tempi del coronavirus

Chi è sposato lo fa, chi è single non può. Chi è sposato con figli aspetta che i figli abbiano preso sonno.

Il sesso ai tempi del coronavirus: il problema è per gli scapoli. Per gli ammogliati la situazione non cambia di una virgola (anzi, forse hanno più tempo per farlo). Perché la sessualità è una faccenda privata, intima: non è necessario uscire di casa. Ed è una dimensione della vita di coppia. Quindi è meglio che ti sposi, prima di non trovare più un cane disposto a condividere la vita con te. Per battere la solitudine bisogna essere almeno in due.

Sui giornali si moltiplicano articoli strampalati di fantasiosi sessuologi, che ci spiegano l’amore ai tempi del corona. Alle bestialità vagamente alla moda opponiamo la sublime banalità del bene. La verità non ha bisogno di aggiornamenti. Sesso a distanza? Amori virtuali? Fesserie. Giocattoli erotici a controllo remoto? Ma per favore! Quando si diventa marito e moglie, l’età dei giocattoli è passata da un pezzo.

Il coronavirus ci riporta indietro, ai tempi precedenti la rivoluzione erotica del Sessantotto. Che sia venuto il momento di riscoprire la bellezza del matrimonio, anche dal punto di vista sessuale? Tutti gli altri legami, intrecciati su base sentimentale o pecuniaria, sono interrotti. Solo la coppia che vive insieme resiste. E per una coppia il matrimonio resta un gran bell’impegno. Dico bene, Direttore?

Ah, dimenticavo: se continua così, sono a rischio i Gay Pride di giugno. Peccato.

Un caro saluto

Emanuele Gavi