Egregio Direttore,
questa mattina si è aperto a Verona il Congresso Mondiale delle Famiglie, che durerà fino a domenica. Nei giorni scorsi abbiamo assistito a un susseguirsi di polemiche, proteste, intimidazioni, boicottaggi e vere e proprie fake news (si veda qui). Il sito Gay.it definisce la kermesse “un inno all’omofobia”, denunciando: “I personaggi più omofobi al mondo saranno a Verona”. Accidenti! Persino il presidente del Veneto, il leghista Luca Zaia, intervenendo al Congresso stesso ha tirato le orecchie a quella combriccola di omofobi che per la loro riunione, peraltro, hanno ricevuto proprio da lui il patrocinio della Regione: “Utilizzate questo palcoscenico per parlare anche di temi che magari sono più ostici, come il tema dell’omofobia. E lo dico da eterosessuale convinto: mi auguro che qui si possa chiarire una volta per tutte che l’omofobia è una patologia” (qui). Lo stesso Zaia che si era detto assolutamente contrario alla possibilità dell’adozione per le coppie dello stesso sesso.
L’omofobia è una brutta bestia, si sa. È una manifestazione d’odio. Ci siamo immersi. Eppure… eppure oggi, in Italia, i gay sono ovunque, sono pienamente accettati. Non c’è intolleranza verso di loro. Non lo dico io, che sono un uomo, un maschio, e mi piacciono le donne (non so se il concetto sia chiaro). Che sono un bianco. Che sono un cattolico. Che sono un conservatore. Che ho, insomma, tutti i difetti di questo mondo (ma vedremo nell’altro…). Lo dice Platinette, in un’intervista davvero illuminante rilasciata a Libero: “Ormai in Italia siamo ovunque, pienamente accettati. Non c’è intolleranza verso di noi. Guarda la tv, che è il metro popolare del mondo attuale: è innamorata dei gay, non c’è un programma nel quale non compariamo, spesso piazzati sopra un altarino”.
Ma forse l’omofobia è un odio strisciante, subdolo, talmente sottile che sfugge persino a chi, come il buon Platinette, a rigor di logica dovrebbe esserne vittima. E vediamole, allora, caro Direttore, le manifestazioni d’odio, di discriminazione, di derisione. Guardiamole in faccia. Appuriamo, una buona volta, contro quale minoranza sono dirette queste frecce avvelenate. Chi vogliono colpire, questi proiettili di intolleranza. E chi li spara a tutta forza.
Mi permetto, dunque, di allegare a questa mia una galleria di immagini. L’odio c’è. Guardiamolo negli occhi.
Cordiali saluti
Emanuele Gavi
Le foto qui sopra, reperibili su qualsiasi motore di ricerca, provengono da “Il Cassero LGBT center”, comitato provinciale Arcigay di Bologna, un circolo politico finanziato, nel 2018, soprattutto dal Comune di Bologna, dalla Regione Emilia-Romagna, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (i bilanci sono pubblicati qui). All’ultima foto qualche buontempone ha sovrapposto la vignetta del giornale satirico francese Charlie Hebdo, tristemente noto per la strage avvenuta nel gennaio del 2015, che ritrae le tre persone della Santissima Trinità intente a sodomizzarsi l’un l’altra
Tre esempi di “arte”. In nome dell’arte si può tutto. Qui sopra sono ritratte Maria Maddalena e la Vergine di Guadalupe, l’icona più venerata dell’America Latina. La corona di dodici stelle è attributo della Madonna, non della Maddalena, ma sarà una licenza dell’artista, e certo non l’unica che si è preso
Si appropriano dei capolavori dell’arte cristiana e ne stravolgono il significato (Cristo non è morto di omotransfobia). Nell’Ultima Cena qui sopra, notare l’apostolo sotto il tavolo, che probabilmente non sta raccogliendo il tovagliolo
Il cuore radiante del transessuale è un chiaro riferimento al Cuore Immacolato di Maria
La Vagina Mary. Sì, guardatela bene: Vagina. Disponibile anche in versione statuetta. Il solito Gay.it scrive: “In redazione abbiamo ritenuto bella quest’immagine e potente il messaggio, anzi i messaggi femministi che veicola, messaggi legati alla sacralità del corpo e all’auspicabile celebrazione della donna in quanto creatrice, generatrice di vita, al di là di perbenismi e moralismi di circostanza”. Nel mirino di nuovo la Vergine di Guadalupe
Dove sono queste femministe (le ormai celebri Femen)?
Ma in piazza San Pietro, ovviamente!
Altre femministe. Notare le scritte: “Fuck religion”, “Fuck God”, “In gay we trust”
Femministe negli Usa
Succede al gay pride in Brasile
Ecco, appunto