Quando fare la comunione è pericolosissimo… Ma gli uomini di Chiesa non lo insegnano più

Egregio Direttore,

di questi tempi i sette sacramenti sono in svendita.

Il matrimonio non è più patto e alleanza tra un uomo e una donna, finalizzato al bene dei coniugi e alla procreazione e educazione dei figli: è solo una bella e soprattutto dispendiosa cerimonia con cui si vuole celebrare l’amore tra due persone, perché, come ci viene ripetuto, “l’amore è l’amore”. L’amore è l’amore, certo, anche se dovremmo intenderci bene sul concetto, dato che si sta parlando in termini astratti. Però, stranamente, per il mondo che conta non è altrettanto vero che “gli uomini sono uomini e le donne sono donne”…

La comunione viene data a tutti: divorziati risposati, protestanti sposati con cattolici, chi passa di lì e si sente pronto… La cresima i ragazzi non vedono l’ora di farla, per smettere di andare al catechismo (e a Messa), per cui il percorso spirituale della maggior parte dei nostri giovani prevede le seguenti tappe: battesimo, prima confessione, prima comunione, cresima, apostasia. Sarebbe come se un judoka si impegnasse a ottenere il grado di cintura nera per abbandonare una volta per tutte il judo.

L’altro ieri, domenica del Corpus Domini, ho assistito alla Messa in rito antico: tutta in latino, salvo l’omelia, e tutta cantata in gregoriano. Una goduria in sé, dal punto di vista spirituale ma anche da quello estetico. La cosa che più mi ha colpito, però, è la differenza di impostazione con cui viene presentata l’Eucarestia, nella solennità dedicata proprio al Santissimo Sacramento. Chi ha partecipato alla Messa ordinaria ha ascoltato un brano di San Paolo dalla Prima lettera ai Corinzi, capitolo 11, versetti 23-26 (qui). Chi ha assistito alla Messa in latino ha ascoltato lo stesso brano, sempre dalla Prima lettera ai Corinzi, ma leggermente più lungo: fino al versetto 29 (qui). Ovviamente sul foglietto è possibile seguire la traduzione italiana di tutte le parti della celebrazione. Ecco il testo dei tre versetti omessi nella Messa del 1970: “Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna”. Durissimi, non c’è che dire. Ma le cose stanno così. La comunione è questa, non un mezzo per sentirsi integrati.

E la Messa in rito antico ribadisce il messaggio nell’antifona alla comunione: “Quotiescúmque manducábitis panem hunc, et cálicem bibétis, mortem Dómini annuntiábitis, donec véniat: itaque quicúmque manducáverit panem, vel bíberit cálicem Dómini indígne, reus erit córporis et sánguinis Dómini, allelúia”. Lo stesso concetto viene espresso nella stupenda sequenza, che però nella Messa ordinaria è spesso tagliata, mentre in quella a cui ho avuto il privilegio di assistere è stata cantata per intero: “Sumunt boni, sumunt mali: / sorte tamen inæquáli, / vitæ vel intéritus. Mors est malis, vita bonis: / vide paris sumptiónis, / quam sit dispar éxitus”, che è stato tradotto “Lo assumono i buoni e i cattivi: ma con diversa sorte di vita e di morte. Pei cattivi è morte, pei buoni vita: oh che diverso esito ha una stessa assunzione!”

Un monito per ogni cristiano, a cominciare dal sottoscritto, a esaminare se stesso, a lottare contro i propri peccati. E un severo avvertimento anche ai nostri pastori.

Bagnasco Luxuria

Maggio 2013: il cardinal Bagnasco dà la comunione a Wladimiro Guadagno, in arte Vladimir Luxuria, in occasione dei funerali di don Gallo. La luxuria è ancora uno dei sette pekkati kapitali?

Pastori che hanno vietato, a Genova, di pregare nelle chiese in riparazione al Gay Pride (si veda qui). Ironico che proprio ieri, durante la solenne processione di San Giovanni, patrono della città, accanto a intenzioni di preghiera come “Fa’ che Genova stia sempre al passo coi tempi” (stare al passo coi tempi, per coloro che sono nel mondo ma non del mondo, è una sciocchezza, se non un’apertura all’eresia modernista), era tutto un inneggiare ai martiri che hanno versato il sangue per testimoniare Cristo (martire significa “testimone”), proprio come fece San Giovanni, Battista ma anche Decollato (nel senso di decapitato, non di volato via). San Giovanni era un uomo di una severità tale che oggi, in nome della misericordia, gli taglierebbero la testa in Vaticano, altro che Erode.

Un amico mi ha girato questo testo:

Vangelo secondo Francesco San Giovanni

Uno scherzo dal sapore amaro, che richiama alla mente un divertente libretto del compianto cardinal Biffi, Il quinto evangelo, pubblicato nel 1970, più volte ristampato e oggi quanto mai attuale. Si legga per esempio il frammento 22 di questo falso vangelo immaginato dall’italiano cardinale: “Se il mondo vi odia, è segno che non lo capite. Conformatevi al mondo, e il mondo vi salverà”. Oppure il 23: “Se vuoi entrare nella vita eterna, osserva i dettami della tua coscienza”. O ancora il 30: “Andate nel mondo intero e discutete: dal libero confronto dei pareri germoglierà la verità”.

Mondo, coscienza, dialogo… Sorge spontanea una domanda: qualcuno lo ha detto a papa Bergoglio che il quinto evangelo non esiste? Perché sembra proprio che il pontefice argentino l’abbia preso sul serio. Leggiamo per esempio il frammento 10: “Chi è contro di noi, è per noi”. Ecco spiegata la passione del Papa per le Bonino, i Napolitano, gli Scalfari… Frammento 12: “Vi era stato detto: Chiunque guarda una donna con desiderio impuro, ha già commesso con lei adulterio nel suo cuore. Ma adesso io vi dico: Non bisogna esagerare. La donna è fatta per l’uomo e l’uomo per la donna. Purché tutto si faccia per amore”. Purché tutto si faccia per amore. Perché in fondo “l’amore è l’amore”. Con buona pace del cardinal Biffi, di San Giovanni Battista, e di quell’altro Signore inchiodato su una croce…

Cordiali saluti

Emanuele Gavi

 

San Giovanni dett più piccolo

Anche il cristianesimo è musica, risate, emozioni. Ma pure lacrime e sangue. Il fine della Chiesa è ancora la salvezza delle anime?