Egregio Direttore,
come sanno perfino i miei studenti, quando Dante nel suo viaggio arriva al centro della terra si trova davanti nientemeno che il diavolo. Lucifero in persona. Satanasso ha un’enorme testa e tre facce di diverso colore. In ognuna delle tre bocche mastica un dannato: in quelle laterali Bruto e Cassio, in quella centrale Matteo Salvini. Si tratta infatti dei peggiori traditori della storia. Bruto e Cassio tradirono Giulio Cesare, Salvini il popolo italiano.
E qui immagino il Suo stupore: “Ma come? Proprio tu, che hai spesso difeso Salvini, ora lo attacchi?” Beh, io ho difeso Salvini quando con tutta evidenza era giusto difenderlo. Quando è stato minacciato di morte (lo è tuttora). Quando è stato maledetto per strada. Quando abbiamo rischiato una strage di bambini per mano di un pazzo istigato dalle falsità della propaganda antisalviniana. Quando è stato attaccato dalla magistratura politicizzata (a proposito: è ancora sotto processo per “sequestro di persona”, manco fosse il capo di una banda di rapitori? Sarà che ha tradito perché si trova sotto ricatto?). E l’ho difeso perché difendere Salvini, che ha dimostrato inequivocabilmente che fermare l’invasione si può, che l’immigrazione incontrollata non è un fatto ineluttabile, significava difendere gli italiani e gli immigrati onesti. Anche se molti italiani non lo capiscono, e sono stati convinti da decenni di propaganda che sia doveroso far entrare nel proprio paese chiunque, compreso il guineano che ha stuprato la signora ucraina a Piacenza, o il nigeriano che ha ucciso a martellate il negoziante cinese a Monteforte Irpino, o ancora il tunisino Anis Amri, autore nel 2016 della strage ai mercatini di Natale di Berlino, sbarcato a Lampedusa cinque anni prima. Molti italiani sono ancora convinti che aprire le frontiere a chiunque si presenti per varcarle, anche senza documenti (quindi senza controlli e senza selezione), sia cosa buona e giusta, anzi: cristiana. Si rileggano la parabola dell’invitato senza l’abito nuziale e quella delle vergini savie e le vergini stolte: le porte aperte non sono vangelo, tutt’altro!
Ho sempre sostenuto che Salvini fosse un leader da bar: certe “goliardate”, come la celebre citofonata a Bologna (“Scusi, lei spaccia?”), se vuoi diventare presidente del Consiglio non puoi permettertele. Per forza che poi ti affibbiano la poco onorevole qualifica di “cazzaro”. Salvini, insomma, qualcuna se l’è cercata, altre non le meritava proprio, in particolare quando stava facendo semplicemente il suo lavoro. E quando, da ministro dell’Interno, fermava l’invasione di immigrati, stava facendo il suo lavoro. Ricordiamoci di quanto scrisse Luca Palamara, in un messaggino intercettato. Il capo della Procura di Viterbo aveva affermato: “Mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando. Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il ministro dell’Interno interviene perché questo non avvenga. E non capisco cosa c’entri la Procura di Agrigento. Questo dal punto di vista tecnico, al di là del lato politico. Tienilo per te, ma sbaglio?” Gli rispose il collega Luca Palamara: “No, hai ragione… Ma ora bisogna attaccarlo”. Questa è la magistratura italiana, questo è quello che può accadere, nel nostro paese, a chi fa semplicemente il suo lavoro. Ne sanno qualcosa medici e insegnanti sospesi perché renitenti all’inoculazione forzata dei vax.
So cosa mi dirà, caro Direttore. Non è mica stato l’unico, Salvini, a tradire. I 5 Stelle avevano giurato e spergiurato “Mai con il Partito Di Bibbiano” (ovvero il Pd), e poi sono convolati a nozze coi piddini all’epoca del Conte bis. Avevano formato il primo governo Conte con la Lega: due forze che si presentavano come antieuropeiste, e poi hanno appoggiato entrambe mister Banca centrale europea, Sua perfidia Mario Draghi, che ieri è stato insignito del titolo di statista dell’anno a New York, omaggiato tra gli altri da Henry Kissinger (ma la cupola mondiale è una fantasia dei complottisti, vero?).
Dai palazzi della politica il discorso si può estendere all’intera società civile. In questi anni di bugie sulla pandemia, di menzogne sulle possibilità di cura del Covid, di omissioni e falsità sulle gravi conseguenze per la salute delle mascherine e dei vax, quanti sono stati i giuda? Quanti hanno vilmente tradito i valori che dovrebbero incarnare e difendere, stante il ruolo che ricoprono? I medici che non si sono opposti a protocolli errati, ma continuano a prescrivere tachipirina e basta (a settembre 2022, dopo due anni e mezzo dall’inizio dell’era Covid! Ce ne sono ancora, purtroppo: ne ho avuto testimonianza diretta). I giornalisti, che da cani da guardia della democrazia, se mai lo sono stati, si sono trasformati in Dobermann a servizio del potere, untuosi e ringhianti, quando non in sciacalli e avvoltoi. I magistrati, scomparsi dai radar mentre venivano adottate restrizioni folli (vietato far uscire di casa i bambini!) e attuate infami discriminazioni, come il lasciapassare verde per andare al lavoro o salire su un autobus. Poi neppure più quello bastava: serviva per forza la puntura magica. Persone obbligate a firmare un modulo di consenso informato, che per sua natura deve essere libero e informato: l’obbligo di dichiarare che non si è stati obbligati. Italiani lasciati per mesi e mesi senza lavoro e senza stipendio (e nemmeno sostituiti, tra l’altro: tanto chissenefrega se manca un medico o un insegnante). Esseri umani discriminati, denigrati, insultati, privati dei mezzi di sostentamento. I magistrati potevano e dovevano fermare questo scempio. Oggi più che mai viene da chiedersi se la parola “giudice” derivi da “giuda”.
E stendiamo un velo pietoso sulla Chiesa cattolica e sui suoi vertici! “Il mistero di Giuda si dilata” ha scritto il cardinal Sarah nelle prime pagine del suo splendido saggio Si fa sera e il giorno ormai volge al declino, pubblicato nel 2019, dunque in tempi non sospetti, o almeno non così sospetti come quelli odierni. “Il mistero di Giuda incombe sulla nostra epoca”.
È proprio vero, Direttore: viviamo nell’epoca del tradimento. Ma se devo scegliere un personaggio simbolo dei tempi che corrono, penso a Salvini. Lui che già nel 2017 si era detto contrario a quella caterva di vaccini che viene imposta ai nostri bimbi: “Vaccinarsi deve essere una libera scelta, non un obbligo sovietico”. E aggiungeva: “Non vorrei che qualche multinazionale o casa farmaceutica avesse preso l’Italia come paese cavia”. Parole sante. Di più: profetiche. E poi ha avallato tutto quello che è venuto dopo? Ha continuato a protestare contro obblighi e Green Pass, mentre i suoi parlamentari votavano sì senza battere ciglio? Mentre la Lega sosteneva il governo tutto Pfizer & controllo sociale?
Ma ora, Direttore, mi chiedo: dopo il tradimento dei 5 Stelle, dopo il tradimento di Salvini, cosa faranno gli italiani, chiamati alle urne tra pochi giorni? Cosa farà un signor Rossi, dopo che tutti i partiti, a eccezione di Fratelli d’Italia, hanno sostenuto lo stesso governo, tradendo non dico le promesse elettorali, ma l’essenza stessa del loro messaggio politico? Andrà a votare per la Meloni? No, temo proprio che il sig. Rossi, tradito, deluso, umiliato, non andrà a votare. Si asterrà. E l’astensionismo, come si dice, sarà il primo partito.
Il sig. Bianchi, invece, a votare ci andrà sicuramente. Non gli importa se sarà sconfitto ancora una volta. Ha letto Hemingway: sa che non si combatte solo se si è certi di vincere. I perdenti hanno una loro tragica dignità. Ma il sig. Bianchi è in preda al dubbio. Non è mai stato così incerto. Si chiede: chi votare? E articola così la domanda: in quest’epoca di giuda, chi è più probabile che non tradisca il mio voto? Italia Sovrana e Popolare? Rischia di non arrivare al 3%. Italexit? Su Paragone aleggiano ombre che il senatore ex 5 Stelle non si è degnato di dissipare, come spiega in un video Luca Donadel. Italexit potrebbe essere l’ennesimo specchietto per le allodole, un’altra forza acchiappa-dissenso che poi passa al nemico fregando i suoi elettori. La Meloni? È innegabile: i suoi parlamentari, unico gruppo consistente, non hanno votato per il lasciapassare verde (come mostra inequivocabilmente questa tabella). Ma se poi la Meloni rinnega quanto fatto quand’era all’opposizione e si allea con Letta? È stata sollevata anche questa ipotesi. In questo caso ci sarebbero le condizioni per un Draghi bis. Del resto la Meloni si è sempre mostrata così ossequiosa nei confronti del venerabilissimo Super Mario…
Certo, se ci fosse un plebiscito per lei, la leader di Fratelli d’Italia avrebbe i numeri per governare il paese facendo l’interesse degli italiani, e non quello delle banche, delle case farmaceutiche, della massoneria. E potrebbe tradire pure lei, ma in un altro senso… Per esempio, ora si proclama superatlantista, ma poi si smarca dalla politica di Biden e ci allontana dal folle scontro Nato-Russia in corso in Ucraina. Sarebbe un bel tradimento, pensa il sig. Bianchi.
Ah, dimenticavo: c’è anche il sig. Verdi, che ha sempre votato Pd e voterà Pd fino alla fine dei suoi giorni, anche se Letta candida Speranza, anche se vuole imporre l’asilo obbligatorio a tutti i bambini (nel nome della rieducazione sovietica degli italiani), anche se twitta “Evviva le devianze” etc. etc. Ma il sig. Verdi ormai si fa chiamare sig. Green, ha cambiato sesso già due volte e dopo la quinta dose si trasferirà a Londra. Perché l’Italia gli fa schifo.
Cordiali saluti
Emanuele Gavi
