Papa Bergoglio: Saruman o Théoden? Manipolatore o manipolato?

Egregio Direttore,

diciamocela, questa verità. Viviamo in un’epoca di grande corruzione morale. Ma l’umanità è sempre stata corrotta, in tutta la sua storia: da Adamo ed Eva a Ruby e Berlusconi, da Romolo e Remo a Rocco e Siffredi. L’uomo è sempre l’uomo. Noi, però, viviamo in una di quelle epoche (non è certo la prima), nelle quali la marea nera della corruzione ha raggiunto prepotentemente anche quello che dovrebbe essere un faro per il genere umano, oscurandolo. Sto parlando del Vaticano. A dispetto della presenza a Roma di ben due papi, la barca di Pietro sembra vagare sul mare in tempesta senza nessuno al timone.

La storia del cristianesimo è una lunga serie di tradimenti, da sempre. Come ricorda il cardinal Sarah nel suo fondamentale Si fa sera e il giorno ormai volge al declino, “Giuda è per l’eternità il nome del traditore”. E Giuda era uno dei dodici apostoli. Sua è la prima comunione sacrilega della storia, ricorda il porporato, durante l’Ultima Cena. Ma tutti gli apostoli hanno tradito Gesù, abbandonandolo alla sua sorte quando fu arrestato. Pietro, il primo papa, l’ha rinnegato per ben tre volte. Come scrive Maurizio Blondet sul suo blog: “Il Cristianesimo è diverso da tutte le altre grandi spiritualità della storia, che non richiedono altrettanta fede; ed è impressionante vedere che fin dall’inizio – si legge benissimo nelle lettere di San Paolo – essa è discussa, contestata fin dai primi convertiti: fede troppo in rottura con quell’ebraismo di cui si dichiara il compimento; fede troppo esigente in monogamia, castità, fede subito minacciata da eresie. Fede agonizzante appena nata”.

Ma questa fede “agonizzante” ha conosciuto nella storia testimoni luminosi, splendidi: brillavano di luce riflessa, certo, perché la santità è un dono di Dio, ma luce era. I loro contemporanei ne sono stati illuminati, confortati, guidati. Un’eco di tale fulgore giunge fino a noi, che ne siamo i posteri. E alcune di queste grandi figure sedevano sul soglio di Pietro. Che oggi appare occupato da un papa ambiguo, spesso incoerente, contraddittorio nei suoi interventi, nei suoi gesti, persino nei documenti magisteriali.

Come tacere le cerimonie idolatriche svoltesi nello scorso ottobre in Vaticano, addirittura dentro la Basilica di San Pietro, e nella vicina chiesa di Santa Maria in Traspontina, dove è stata venerata la Pachamama, una divinità pagana proveniente dal Sud America? Come dimenticare il caso McCarrick, cardinale americano che si portava i seminaristi a letto, sanzionato privatamente da papa Benedetto, per poi essere riabilitato da Bergoglio finché lo scandalo non ha costretto il pontefice regnante a ridurre il porporato allo stato laicale? (E magari si trattasse dell’unico scivolone: coperture analoghe, in casi altrettanto gravi, hanno ricevuto da Bergoglio i vescovi Barros e Zanchetta). Come non rimanere sbalorditi, se si è credenti, leggendo certe affermazioni contenute nell’ormai famigerata esortazione apostolica Amoris laetitia, il documento che ha suscitato i celebri dubia di quattro cardinali (domande rimaste senza risposta da parte del successore di Pietro), ed è stato bollato come eretico da molti studiosi? Un testo secondo il quale, per esempio, in certe circostanze Dio chiederebbe agli uomini di fare ciò che è male.

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La Pachamama venerata in Santa Maria in Traspontina

E questi, caro Direttore, sono solo i fatti più gravi che mi vengono in mente: una rassegna delle stravaganze e delle criticità dei primi anni del pontificato di papa Bergoglio, risalente al 2016 ma utile a comprendere le “stranezze” successive, è l’agile saggio di Aldo Maria Valli intitolato 266. Jorge Mario Bergoglio Franciscus P.P.

Di fronte a tali e tanti cedimenti, in molti si sono chiesti se sia il Papa in prima persona a sbagliare e a persistere volontariamente nell’errore, o non sia piuttosto consigliato male e in qualche modo manipolato dai suoi collaboratori. A tal proposito, vengono in mente due personaggi del Signore degli Anelli, il capolavoro di Tolkien.

Nel primo caso, Bergoglio sarebbe una figura affine al traditore Saruman il Bianco, fattosi servo di Sauron. Da Bianco che era, Saruman diventa il Multicolore: particolare che è stato letto come un’incredibile anticipazione della bandiera arcobaleno, così di moda oggi. Del resto, se è vero che i classici sono libri che rimangono sempre attuali, non si può negare che la letteratura abbia qualcosa di profetico. E le analogie curiose (inquietanti?) non finiscono qui. A Saruman il Bianco/Birulò si contrappone Gandalf il Grigio, poi divenuto Gandalf il Bianco: difficile non vedere una somiglianza con la coabitazione in Vaticano dei due papi, il regnante e l’emerito. Secondo qualcuno, Gandalf rimanderebbe alla figura del vicario di Cristo anche nel nome, un riferimento a Castel Gandolfo, ed è notizia recente la distruzione della vigna di Ratzinger nella residenza estiva dei papi (ma non di Bergoglio). Facile poi trovare un’incarnazione odierna di Sauron: Soros, lo speculatore mondialista su cui si appuntano gli strali di Diego Fusaro e non solo. O, se preferiamo, l’ideologia onusiana del nuovo umanesimo relativista e massonico, rilanciato in tempi recenti sia da Giuseppe Conte sia da papa Bergoglio, un’altra convergenza quanto meno sospetta.

Soros Sauron

Se invece il Papa fosse vittima dei suoi stessi consiglieri, sarebbe facile vedere in lui un parente stretto di Théoden, il re manovrato dalle forze del male per il tramite di Grima Vermilinguo, finché non sarà liberato dall’intervento salvifico di Gandalf. Che Benedetto sia intenzionato a non mollare, lo dimostra il libro scritto a quattro mani col cardinal Sarah, Dal profondo del nostro cuore, dedicato al celibato sacerdotale, che il papa argentino starebbe per abolire (è attesa a giorni l’ennesima, temuta esortazione apostolica). Ma Benedetto non è tanto un combattente alla Gandalf, quanto piuttosto un monaco, saggio e canuto. La statura del santo combattente la possiede sicuramente il cardinal Sarah, a cui guardano con speranza molti cattolici. Sarah il Rosso sarà il primo papa nero?

La confusione è grande, e non solo quella dei colori delle due parti. E allora, Direttore, lasciamo la parola a Tolkien, rileggendo uno scambio di battute tra Éomer e Aragorn. A Éomer che afferma «È difficile esser certi di qualcosa fra tante meraviglie. È divenuto così strano il mondo!», e si chiede «Come può un uomo in tempi come questi decidere quel che deve fare?», Aragorn risponde sicuro: «Come ha sempre fatto. Il bene e il male sono rimasti immutati da sempre, e il loro significato è il medesimo per gli Elfi, per i Nani e per gli Uomini. Tocca ad ognuno di noi discernerli, tanto nel Bosco d’Oro quanto nella propria dimora». Così nella Chiesa e nel mondo.

Cordiali saluti

Emanuele Gavi